La cinta muraria di Tropea rappresenta uno dei simboli più antichi e significativi della città, attestando la sua lunga storia di fortificazioni.
Costruite nel 535 d.C. dal generale bizantino Belisario, su incarico dell’imperatore Giustiniano, queste mura furono erette nel contesto della guerra Greco-Gotica per difendere la Calabria dai Goti e consolidare il dominio imperiale. Tropea, come altre città della regione, fu così protetta da un sistema difensivo imponente che ha resistito per secoli.
Le porte di accesso: Vaticana e di Mare
Tropea aveva due principali porte d’accesso: Porta Vaticana e Porta di Mare, entrambe dotate di ponte levatoio e protette da altrettanti bastioni: “Vaticano” e “della Munizione”. La Porta Vaticana, costruita successivamente, era considerata il principale ingresso alla città. Le chiavi di queste porte erano custodite dai Mastri Giurati, eletti mensilmente, e in tempo di guerra venivano consegnate al Governatore spagnolo, che assumeva il comando militare.
La Porta di Mare in un disegno manoscritto del Campesi (prima metà del ‘700) (www.tropeamagazine.it)
Il Castello e le torri
Al centro della cinta muraria si trovava il Castello di Tropea, una possente costruzione trapezoidale con quattro torri angolari, tra cui la Torre Lunga e la Torre Mastra, che ne rafforzavano ulteriormente la difesa. Nei pressi del castello sorgeva anche una piccola basilica dedicata a Santa Maria del Bosco. Questo complesso difensivo si ergeva su una roccia alta fino a 15 metri, rendendo la città quasi inespugnabile.
Lungo il perimetro delle mura erano presenti altre torri, tra cui la Torre Bassa, voluta da Ferdinando d’Aragona. Tale fortificazione, che si estendeva dalla Porta Vaticana fino alla Porta di Mare (oggi coincidente con la scalinata del Vescovado), offriva una difesa continua lungo il lato della città rivolto verso la terraferma.
Foto del Castello di Tropea e Torre Lunga scattata prima del completamento della loro demolizione. (www.tropeamagazine.it)
La Terza Porta
Dopo il devastante terremoto del 1783, l’architetto Sintes progettò una terza porta, chiamata Porta Nuova, che si trovava vicino al Castello. Fu l’unico accesso dalla terraferma e si collegava alla città attraverso un ponte levatoio che attraversava un fossato scavato nella roccia.
Tuttavia, all’inizio del XIX secolo, Tropea avviò una fase di smantellamento delle fortificazioni, culminata tra il 1815 e il 1825 con la demolizione del Castello, dei bastioni e delle torri, incluse la Porta Nuova e la Torre Lunga. Nel 1928, l’ultimo bastione rimasto, “della Munizione”, fu abbattuto durante i lavori di restauro della Cattedrale.
Le mura oggi
Oggi, delle mura di Belisario e delle antiche fortificazioni rimangono poche tracce visibili. È ancora possibile notare parti del fossato che un tempo circondava la città nei pressi della Porta Vaticana e il sito dove sorgeva il Castello è occupato da Palazzo Toraldo-Serra, costruito nel 1887. Questo palazzo, che custodisce anche reperti storici, si erge su quello che una volta era uno dei baluardi difensivi più potenti di Tropea.
Il patrimonio epigrafico ritrovato durante la demolizione del Castello, tra cui lapidi con epigrafi e una necropoli paleocristiana, è oggi esposto all’interno del Palazzo Toraldo-Serra. Questo tesoro archeologico testimonia l’importanza storica di Tropea come centro di potere e spiritualità.
Sebbene le imponenti strutture difensive siano state in gran parte smantellate nel corso del tempo, la memoria delle Mura di Tropea continua a vivere attraverso le testimonianze storiche e archeologiche che ancora oggi ne raccontano la grandezza e la rilevanza strategica, come scorci visibili all’interno di attività o residenze locali.