Antico retaggio antropologico volto a scacciare le influenze negative e il malocchio che ha trovato nelle maestranze tropeane suggestive soluzioni stilistiche e peculiari
Nella cultura antropologica meridionale rientrano le maschere apotropaiche (dal greco αποτρεπειν, apotrepein = allontanare) ossia quelle facce mostruose che si trovano sugli stipiti delle porte e sui balconi per allontanare il malocchio e le energie negative, queste riflettono lo spirito scaramantico tropeano. Presenti in molte culture, ma specialmente diffuse nel Mezzogiorno, avevano il compito di allontanare gli spiriti maligni. La loro iconografia è molto varia, ma di solito hanno forma antropomorfica di Satiri e Gòrgoni in pietra o terracotta che ornavano per lo più le entrate dei templi greci e romani. Tutto ciò richiama il teatro greco dove le maschere avevano un ruolo importante legato alla religione e alla cultura della Magna Graecia.
Come risulta dagli scavi archeologici, l’uso nella regione è antico, nelle maschere moderne vengono aggiunte le corna, per simboleggiare il diavolo. Nell’atto di provocare vengono rappresentate con lingua penzolante, naso storto, occhi sporgenti capelli arruffati e con le immancabili corna. Inoltre i tropeani spesso si circondavano di diversi simboli: ferro di cavallo posizionati a corna, scope inchiodate o corna di bue ma ormai questa tradizione nelle nuove generazioni sta venendo meno.
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Era inoltre anche diffuso inchiodare gli uccelli, preferibilmente notturni, sugli stipiti delle porte, rito molto antico di origine romana. Si credeva che le forze ostili trovassero così una barriera, e la casa diventava così uno spazio protetto. Nel portale di un palazzo patrizio del centro storico viene raffigurato il mito dell’uomo preadamita, secondo alcune tradizioni ebraiche e cristiane, vissuto prima di Adamo. Questi uomini presentavano tre occhi, quello posto sulla fronte rappresentava la conoscenza divina, ma quando l’uomo cadde nel peccato perse questo status ed è per questo che in alcune maschere è rappresentato cadente.
Altro mascherone è quello dei Rosacroce, una confraternita di ricercatori spirituali la cui origine risale al XIV secolo in Germania. La confraternita dei Rosacroce insegnava la vera religione e la vera filosofia e tramandava le scienze più segrete. Ma solo chi ne erano degni potevano superare dei “passaggi” per ricevere l’illuminazione della conoscenza divina.
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