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Edicole votive, le preziose testimonianze

della fede popolare disseminate nei larghi e nei vicoli del borgo antico, modellate nei secoli dal creativo artigianato locale

Chi si avventura alla scoperta del centro storico di Tropea, tra le molteplici bellezze disseminate tra i palazzi patrizi, chiese e conventi, non può fare a meno di scorgere tra i larghi e i vicoli del borgo, la presenza diffusa delle edicole votive, in dialetto locale definite cresiolee, ossia piccole chiese. L’impiego di altari di piccole dimensioni, in legno, ceramica o muratura, con immagini sacre o di altro genere ha origini antichissime, probabilmente diffusosi dall’ambiente magnogreco a quello romano-italico. Tale utilizzo si manterrà in età cristiana e per tutto il Medio Evo, eccetto la gravosa parentesi del periodo delle lotte iconoclaste (VIII-IX secolo). La presenza delle edicole votive nella Tropea antica aveva molteplici funzioni. La popolazione più umile e di condizioni meno abbienti che viveva nei seminterrati affollati degli edifici nobiliari, desiderosa di evadere da quei bassifondi malsani, durante i mesi primaverili ed estivi si radunava nei larghi e nei vicoli spaziosi per raccogliersi in preghiera intorno le sacre icone collocate nelle edicole. Questi rituali collettivi non avevano solo una funzione religiosa, ma anche sociale, in queste occasioni, infatti, la gente più povera conversava e interagiva su questioni quotidiane. Altro elemento importante era legato al fatto che non tutta la popolazione poteva avere accesso nelle chiese del centro storico, i fedeli meno avvantaggiati potevano, per mezzo delle edicole votive, espletare le funzioni religiose come la recita del rosario durante le novene.

Le edicole votive essendo sempre illuminate da torce, lanterne o lumini, funsero per secoli come illuminazione pubblica, riuscendo a rischiarare gli angoli più bui. Le immagini sacre predilette nelle edicole votive sono la Madonna di Romania, patrona della città, San Francesco di Paola, molto venerato dai pescatori, San Giuseppe, patrono di falegnami e artigiani, poi vi abbiamo i Santi medici Cosma e Damiano, San Nicola, la Madonna della Pietà e del Carmelo. Ogni vicolo o palazzo è ornato da questi piccoli altarini, le “cresiolee” tanto care alle anziane che vivono nel borgo antico. Da un punto di vista artistico e architettonico, si tratta di piccole nicchie prive di decorazioni e in alcuni casi con colonne e cornici in stucco, mentre le immagini sacre dipinte sul muro o su tavole lignee sono opera di un artigianato creativo e vivace che nei secoli, tra terremoti e modifiche antropiche, ha saputo plasmare con coscienza e originalità l’aspetto estetico del centro storico. Secondo un approssimativo censimento, il centro storico di Tropea conta una cinquantina di queste icone, ma molte sono conservate anche all’interno dei palazzi e, quindi, difficilmente catalogabili.