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Antiche tradizioni ittiche delle spiagge del Mare Grande e del Mare Piccolo e la pesca del pesce tropeano per eccellenza: u surici

La spiaggia, che accompagna lato mare lo Scoglio di Santa Maria dell’Isola, deve il nome alla sua forma, stretta e lunga come una lingua, che termina con l’omonima grotta. Facilmente raggiungibile dal lungomare, ha la sabbia bianca e il fondale roccioso con flora e fauna assai interessanti. Al largo di questa spiaggia si pescano tante specie ittiche. L’etnografo tropeano Giuseppe Chiapparo, nel 1956, fornì un lungo elenco dei pesci, degli attrezzi usati per catturarli e dei mesi in cui avviene la pesca, menzionando alici, calamari, polipi, seppie, gamberi, dentici e cefali”

Particolare menzione merita, quale tipico inquilino del mare tropeano, “u surici”, ossia il pesce pettine, caratterizzato dalla pelle rossiccia, dalla forma schiacciata e da una deliziosa carne bianca.

Da sempre nel periodo estivo, lungo la costa tropeana, a 400 metri circa dalla riva si notano dei gozzi di fortuna stazionare per ore sotto il sole facendosi cullare dalle leggere correnti estive per pescare i “surici”.  A Tropea questa pesca è una vera mania, relativamente facile ed accessibile a tutti. Spinge i pescatori della domenica a competere con i pescatori di mestiere. L’indole agonistica del tropeano per la pesca del “surice” lo induce ad affermare, son senza uno spiccato campanilismo ittico, che “i surici su pisci nostri”. Questa è una credenza antica, talmente radicata e diffusa che in vecchi trattati si legge: “pisciculos mures sola Tropea capit”.

La spiaggia del Mare Grande, “Mari Randi” in dialetto, si estende dallo Scoglio di Santa Maria dell’Isola fino all’arenile sottostante il Convento della Sanità. Il nome deriva proprio dalle sue ampie dimensioni. Nel piazzale che la precede ancora oggi si incontrano i pescatori della marineria tropeana intenti a sistemare le reti e le nasse. Il Chiapparo li descrive come uomini liberi, laboriosi, forti, coraggiosi, che camminavano quasi sempre scalzi e indica anche una differenza tra i pescatori del “Mare grande” e quelli del “Mare piccolo”: i primi si chiamavano “minaitoti” e pescavano soprattutto pesce azzurro, i secondi “palanghiastrari”, e pescavano, a largo dalla costa, soprattutto cernie, calamari, orate. Qui la sabbia incomincia a diventare granulosa rispetto a quella sottile delle spiagge precedenti.