La città tirrenica “Sposa del mare” testimone di un passato fiorente e dinamico nel commercio marittimo, nelle maestranze navali e nell’attività della pesca
“Dal mare la tua origine, dal mare sei circondata, dal mare giunsero i tuoi fondatori, dal mare prendi il nome, dal mare viene a te la ricchezza, sul mare sei situata, dal mare viene tutto quello che possiedi, al mare sei unita in maniera indissolubile, del mare tu sei la sposa!”
Con queste parole il cronista tropeano Francesco Sergio nel 1720 descrisse Tropea. La millenaria vocazione marinaresca della città tirrenica è rinomata in diversi trattati ed opere poetiche, il valore dei suoi soldati nella battaglia di Lepanto nel 1571, le rotte commerciali dal suo porto naturale collegate ai mercati di Marsiglia, della Sardegna, fino alla Terra Santa a partire dal Medio Evo, l’artigianato fiorente e le maestranze di esperti carpentieri navali che costruivano e riparavano imbarcazioni per la pesca e per il commercio, l’abbondante pesca di tonni nelle varie tonnare gestite dai rais, oltre che alla pesca del pesce azzurro, dei polipi e dei crostacei.
Nella zona della Marina un tempo si scandiva la vita dei pescatori e dei marinai; fino ai primi decenni del XX secolo dagli affacci panoramici di Tropea si potevano ammirare centinaia di lampare, barche munite di lampade a prua per attirare i pesci, che illuminavano la notte marina a largo della rupe. La vita dei pescatori era molto povera ma allo stesso tempo ricca di tradizioni ancestrali come il rito del “taglio della tromba marina” e dei canti e inni liturgici verso santi cari al mondo marinaresco come San Nicola e San Francesco da Paola.
I due emblemi religiosi di Tropea hanno un comune collegamento marino: il culto della Madonna di Romania, icona giunta dal mare dall’oriente bizantino e il culto di Santa Maria dell’Isola, che rievoca l’arrivo dal mare di una statua lignea della Vergine. Proprio nella scalinata del Santuario vi è tuttora una piccola grotta artificiale adibita a magazzino di uno fra gli ultimi pescatori di Tropea, Gaetano Di Marzo, soprannominato “Zaino”. Di tanto in tanto è possibile trovare il vecchio lupo di mare e scambiare qualche informazione sulle tradizioni marinaresche mentre si dedica alla manutenzione dei suoi strumenti di lavoro o ricuce le reti che ogni giorno prima dell’alba stende nel generoso mare illuminato dalle prime luci dell’aurora.