La marina del Vescovado
Luogo di sogni e di memorie dove un tempo sorgeva la spiaggia più grande di Tropea, oggi ristretta ad un piccolo lembo alla foce del torrente La Grazia
Fino al 1872 lo scoglio di San Leonardo era interamente circondato dal mare e separato dalla rupe di Tropea, così come Santa Maria dell’Isola. In seguito ad una grande alluvione e a successive frane dalle colline tufacee di Zaccanopoli, si formò la grande spiaggia del Vescovado, chiamata così perché si accedeva dal centro storico per mezzo delle scale e della rampa in muratura che partivano dal largo Duomo, dove sorgeva l’antico Palazzo Vescovile.
Ancora oggi da Largo Duomo si può scendere nelle Marina del Vescovado dalle scale che sorgono dove un tempo vi era la Porta di Mare proseguendo con le rampe lastricate, che funzionano da scorciatoia per raggiungere il nucleo abitato della Marina.
Prima della costruzione dell’attuale Porto Turistico la spiaggia possedeva una tipologia di sabbia tra le più candide e sottili di tutta la costa, ciò era dovuto ai detriti delle cave di caolino di Fitili di Parghelia, trasportati a mare dal torrente La Grazia. L’arenile era soffice come borotalco e rimaneva attaccato sul corpo. Nella parte più ad est vi erano gli stabilimenti balneari “La Pineta” e “Aretusa” mentre nella zona vicina al vecchio molo si trovavano molte barche di pescatori. In questo luogo, infatti, si svolgeva gran parte della vita delle tante famiglie di pescatori e marinai, ancora oggi vi abbiamo delle abitazioni ricavate su antiche darsene e magazzini per la manutenzione delle barche, dove vivono gli ultimi testimoni della millenaria tradizione marinaresca di Tropea.
Oggi rimane solo un piccolo lembo di arenile, prima del Porto Turistico verso nord, che giunge sino al torrente La Grazia confine naturale con il Comune di Parghelia.