La Chiesa del Gesù a Tropea
Da originaria cattedrale greco-ortodossa di San Nicola a chiesa cattolica della Compagnia del Gesù e infine dei Redentoristi, sacra pinacoteca di artisti tropeani e calabresi del sei-settecento
La Chiesa del Gesù risale agli inizi del 1600, edificata dai Padri Gesuiti giunti a Tropea nel 1594. L’edificio sorge sul sito dell’antica chiesa di “San Nicola della Cattolica” (VIII-IX sec.), Cattedrale di Tropea prima del Duomo attuale, ma di rito greco-ortodosso. Demoliti i resti dell’antica chiesa bizantina, fu costruita la chiesa come la vediamo oggi sul disegno della Chiesa del Gesù Nuovo a Napoli (a croce greca, con cupola e volte a botte sulle braccia, che però non fu mai completata). La facciata è in stile barocco in sintonia con l’interno. Vi abbiamo quattro lesene in rilievo sporgenti dalla parete facciale che reggono il timpano, al cui centro si apre un finestrone con lo stemma dei Padri Gesuiti “I.H.S”: Iesus Hominum Salvator (Gesù Salvatore degli uomini). In mezzo alle lesene vi abbiamo quattro nicchie terminanti a gusci di conchiglia con le statue dei maggiori Santi Dottori della Chiesa d’Occidente: Sant’Agostino, San Gregorio Magno, Sant’Ambrogio e San Girolamo. L’ingresso è composto da una massiccia porta a cassone ornata di croci e rosoni in bronzo. Sopra l’altare maggiore troviamo la tela della “Circoncisione di Gesù” attribuita a Giuseppe Schifino (1580-1640). Sui pennacchi, sulle lunette sotto la cupola e sulle pareti di fondo vi sono effigiate le virtù e scene bibliche a firma del pittore tropeano Giuseppe Gaetano Grimaldi (1690-1748). Sempre dello stesso autore abbiamo la grande tela de “La Natività” che si si ammira sopra il portone d’ingresso. L’opera è datata 1731 e occupa ben 38 metri quadrati; raffigura al centro la Madonna col Bambino e intorno scene di vita campestre e pastorale. Sulla sinistra vi abbiamo l’autoritratto del Grimaldi mentre indica la Natività. Entrando in chiesa, sulla sinistra troviamo il busto di Carlo Scattaretica con l’epigrafe in cui viene riportata la sua donazione di 600 ducati nel 1676 per il rifacimento della chiesa e la Cappella di Sant’Alfonso Maria dei Liguori (1696-1787), fondatore della Congregazione dei Missionari Redentoristi. L’altare settecentesco è in tarsie marmoree, fu comprato a Messina dal P. Vito Michele Di Netta e dedicato al santo fondatore dei Redentoristi in occasione della sua canonizzazione nel 1839.
Forse questi marmi appartenevano a chiese distrutte dal terremoto del 1783. A sinistra di questo altare spicca la tela di San Clemente Maria Hofbauer (1750-1820) e sulla destra il Patrono della Calabria, San Francesco di Paola (1416-1507). Prima questa cappella era dedicata a San Nicola. La cappella che si trova sulla destra è dedicata a San Gerardo Maiella (1726-1755). Questo altare è un’imitazione simmetrica in stucco dell’altare di Sant’Alfonso Maria dei Liguori. In questa cappella vi abbiamo le statue della Madonna Addolorata e il Crocefisso, a cui originariamente la cappella era dedicata. Nella parete sinistra troviamo la tomba del Venerabile Servo di Dio P. Vito Michele Di Netta (1787-1849). Avanzando verso il centro della chiesa, sulla sinistra troviamo l’altare di Sant’Ignazio di Loyola (1491-1556), fondatore dell’Ordine dei Gesuiti. La tela, opera di Giuseppe Pascaletti (1699-1757), raffigura il santo mentre ha una visione di Gesù che gli dice: “A Roma ti sarò propizio”. Ai lati di questo altare si ammirano due tele del Grimaldi: quella di destra raffigura Sant’Ignazio mentre scrive gli esercizi spirituali dettati dalla Madonna, mentre quella sinistra rappresenta la morte del santo. Sopra l’altare si ergono le statue in gesso di San Francesco Borgia (1510-1572) e San Francesco de Geronimo (1642-1716). Al centro di questo altare, in alto, la statua della Immacolata e sulla destra il busto di San Gennaro (+ 305). Sotto l’altare vi è il simulacro di Santa Filomena (+ 311). Sulla destra della chiesa troviamo l’altare di San Francesco Saverio (1506-1552), uno dei primi compagni di Sant’Ignazio chiamato “l’apostolo delle Indie”. Sopra l’altare vi abbiamo un’altra tela di Giuseppe Pascaletti raffigurante il santo. Ai lati dell’altare vi troviamo due tele del Grimaldi: sulla sinistra San Francesco Saverio nell’atto di ricevere il crocifisso recuperato da un granchio e sulla destra la morte del santo. Le due statue in gesso poste in alto sull’altare rappresentano a sinistra San Stanislao Kostka col Bambino Gesù (1550-1568) e a destra San Luigi Gonzaga (1568-1591), ambedue santi gesuiti. Il alto al centro vi abbiamo Dio Padre. Sotto l’alare vi abbiamo la statua lignea settecentesca del Cristo Morto che ogni anno, il Venerdì Santo, viene portata in processione insieme a quella della Madonna Addolorata. Il grande lampadario ottocentesco in vetro di Murano fu regalato dal conte Pasquale Gabrielli in segno di riconoscenza ai Missionari Redentoristi.