Edificio eretto dai Normanni nel XII secolo, sacro scrigno della storia religiosa di Tropea dove risiede l’icona della Patrona della città e la tomba del Beato Francesco Mottola
La Cattedrale di Tropea fu eretta nel 1163 durante la dominazione normanna e consacrata all’Assunta. Si sviluppa a pianta basilicale su tre navate, con pilastri ottagonali e conci policromi, come da tradizione del romanico siculo-normanno. A causa di terremoti e incendi, venne rimaneggiata più volte nel corso dei secoli. Fu riportata al suo stile “originario” tra il 1926 e il 1931, questi interventi, tuttavia, cancellarono quasi ogni traccia di stile barocco e neoclassico. Sulla facciata si apre l’ingresso principale con un portale ad archeggio sopraelevato in tufo. Il complesso absidale esterno a tre curvature ha archeggi decorativi con pietra tufacea e lavica.
La facciata nord è quella originale di epoca normanna, si apre un altro portale settecentesco di ridotte proporzioni rispetto al principale, sormontato da una struttura in pietra, che riproduce il quadro della Madonna di Romania. Nella prima cappella di destra troviamo sepolture della famiglia Galluppi, risalenti al 1598 e al 1651, e la tomba del filosofo Pasquale Galluppi. Nella seconda cappella è collocato un grande Crocifisso ligneo del XV secolo e la tomba del Beato Francesco Mottola. Andando avanti segue l’ingresso laterale e la tomba della famiglia Gazzetta (1530).
Da qui si accede alla sagrestia e alla sala capitolare che ospita i ritratti dei Vescovi della Diocesi e arredi lignei settecenteschi. Proseguendo si giunge alla cappella della Madonna delle Grazie e del S.S. Sacramento e di Santa Domenica che ospita pregevoli altari in marmo policromi e decorazioni del 1740. I pennacchi della volta e delle lunette ospitano tele di Giuseppe Grimaldi raffiguranti il martirio di Santa Domenica. Uscendo dalla cappella, vi sono l’organo e l’altare con la Madonna del Popolo, opera di Giovanni Angelo Montorsoli, allievo del Buonarroti, scolpita nel 1555. Sulla parete dell’abside maggiore è collocata l’icona in legno di cedro della Vergine Maria di Romania, opera di scuola giottesca attribuita a Lippo di Benivieni (prima metà del XIV). La pietà popolare le attribuisce numerosi miracoli che protessero la città da terremoti, pestilenze e dalla distruzione bellica. Nella navata maggiore troviamo il pulpito settecentesco sotto il quale è collocato un bassorilievo della Natività, opera di Pietro Barbalonga (1598).
Passando dalla navata sinistra, nell’abside troviamo un pregevole tabernacolo marmoreo di scuola toscana del XV secolo, commissionato dal Vescovo Pietro Balbo, e sopra la statua della Madonna della Libertà in marmo carrarese (del XVII), ex voto per l’annullamento della vendita di Tropea in favore del Principe Vincenzo Ruffo nel 1615. Sull’uscita laterale verso nord, un bassorilievo raffigurante la Resurrezione, attribuito al Gagini (metà del XVI secolo) e due tondi raffiguranti l’Annunciazione, dello stesso periodo.
Culto della Madonna di Romania
Sull’arrivo del quadro della Madonna di Romania la leggenda tramanda che al tempo delle lotte iconoclaste, giunse un’icona su una imbarcazione proveniente dall’oriente bizantino sospinta da una tempesta nel porto di Tropea: per questo venne denominata Madonna di Romania (con Romània si intendeva l’Impero Romano d’Oriente). Riparati i danni, il capitano cercò di ripartire, ma la nave rimase ferma. Nella stessa notte, il vescovo della città sognò la Madonna che gli chiese di rimanere a Tropea e diventarne la Protettrice. Il sogno si ripeté per varie notti. Alla fine il Vescovo, convocati gli alti funzionari e i cittadini, si recò al porto a prendere il quadro della Madonna. Non appena il quadro fu portato a terra la nave ripartì. Successivamente la Madonna verrà ancora in sogno ad un altro vescovo, Ambrogio Cordova, avvertendolo di un terremoto che avrebbe devastato la Calabria. Questi, il 27 marzo 1638, istituì una processione di penitenza, che coinvolse tutto il popolo tropeano. Durante la processione si scatenò il terremoto che non procurò alcun danno ai tropeani. Da questo avvenimento si rafforzò la devozione di Tropea per questa Madonna, a cui i tropeani riconoscendone la sua intercessione benefica, la proclamarono Protettrice, e tutt’oggi i tropeani ricordano quel 27 di marzo 1638.
Attribuite alla Madonna di Romania furono anche la salvezza dall’epidemia di peste che nel 1656 si espanse in tutto il regno di Napoli e che portò migliaia di vittime e poi, durante la seconda guerra mondiale, la non esplosione di sei grandi ordigni bellici, due di questi custoditi nella Cattedrale di Tropea a ricordo di quella tragedia evitata. Il 9 settembre di ogni anno, anniversario della Incoronazione della Sacra Icona, si svolge la processione che accompagna la venerata Immagine per le vie cittadine insieme a tutte le confraternite religiose. La partecipazione popolare è altissima e la devozione alla Madonna è confermata dagli innumerevoli fedeli, che nei giorni della Novena che precede la festa, partecipano con entusiasmo e devozione, celebrando con inni e canti le lodi alla Madre di Dio.