Natale a Tropea
Usanze del ciclo natalizio ancora presenti nella città tirrenica e testimonianze della devozione popolare in opere e monumenti di pregio
Tropea vanta nella sua cultura popolare un vasto patrimonio di usanze e rituali legati al periodo natalizio; antiche tradizioni cariche di significato storico e antropologico tramandate fino ai giorni nostri, in cui nonostante imperversino le mode consumistiche, vi permangono inalterate nelle coscienze dei fedeli della città tirrenica. Il 25 novembre, giorno di Santa Caterina, nella credenza locale si tende a prevedere l’oroscopo del Natale, infatti, secondo un’antica pratica, il clima di questo giorno corrisponderebbe a quello del mese successivo, ossia del 25 dicembre. Il giorno dell’Immacolata, l’8 dicembre, il sindaco durante la Messa solenne in Cattedrale legge la supplica che la città ogni anno rivolge alla Madonna e per poi offrire un grande cero. Precedentemente questo rito veniva svolto nella Chiesa di San Francesco d’Assisi, detta anche “l’Immacolata” dove il maestro di cappella faceva intonare dall’organo le note della pastorale. Sempre in questa chiesa dedicata al Santo Patrono d’Italia, veniva realizzato un grande presepe costruito grazie agli artigiani della parrocchia, rievocando il primo presepe vivente di Greccio del 1223. I personaggi del presepe tropeano, richiamano la tradizione partenopea, ma vi abbiamo alcuni peculiari: la Nascita (la Sacra Famiglia col bue e l’asinello), a glolia (gruppo di angeli, dei quali uno porta la scritta: Gloria in excelsis Deo), gli zampognari, u prisentaturi (colui che indica la Natività), l’ammaravigghiatu da stija (il meravigliato dalla stella cometa), ‘u cacciaturi c’a cerva (il cacciatore con la cerva), ‘u mulinau c’u ciucciu (il mugnaio con l’asino), ‘a zambaritana (la pastorella), ‘u pecuraru chi dormi (il pastore che dorme), chijju chi si caccia a spina d’u pedi (quello che si toglie la spina dal piede), ‘a lavandara (la lavandaia), ‘a cavallaria: trombettieri, ‘u Rre giuvini (il Re giovane), ‘u Rre vecchiu (il Re vecchio), ‘u Rre turcu ( il Re moro) e infine i Cameli (gruppi di servitori mori appiedati e sui cammelli che scortano i Re Magi).
Il giorno di Santa Lucia, il 13 dicembre, i pescatori e marinai di Tropea cominciano a segnare l’andamento meteorologico nei giorni dal 13 al 24, ossia nei dodici giorni che corrisponderebbero all’andamento climatico dei mesi successivi. Tale pratica è denominata i catamisi. Il 16 dicembre inizia la Novena, durante le prime ore dell’alba gli zampognari suonano le tradizionali melodie del “Tu scendi dalle stelle” per le vie di Tropea. La sera della Vigilia si imbandisce una grande cena a base di tredici portate (i tridici cosi), allo scoccare della Mezzanotte la statuetta del Bambin Gesù viene portata dal più giovane della famiglia e posta nel Presepe. Il simbolo religioso di Tropea, il Santuario di Santa Maria dell’Isola, un tempo era denominato Santa Maria del Presepe, poiché le statue della Sacra Famiglia erano poste dietro un recinto (in latino praesepe). Una grande tela raffigurante l’Adorazione dei Pastori (1731) è presente sulla parete di ingresso della Chiesa del Gesù. Nella suggestiva composizione pittorica dell’artista tropeano Giuseppe Gaetano Grimaldi vi abbiamo la Natività nel centro e intorno personaggi legati al mondo pastorale e campestre, alcuni rievocano i tipici soggetti del presepe tropeano succitati. Sotto il pulpito marmoreo posto nella navata centrale della Cattedrale è presente un bassorilievo risalente al 1598, opera di Pietro Barbalonga, raffigurante la Natività e scene di vita pastorale con gli angeli recanti la scritta: Gloria in excelsis Deo et in terra pax hominibus.