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“Surici”

Tipico pesce dalla carne bianca e gustosa diffuso nel mare di Tropea, la cui appetibilità induce i pescatori amatoriali a competere fra loro

Surici” è il nome dialettale con cui viene chiamato il pesce pettine (o pettinissa). Con lo stesso termine vengono indicati anche i topi o altri roditori in genere, ciò ha spesso causato fraintendimenti linguistici ai tanti turisti che giunti per la prima volta a Tropea vi hanno trovato contemplati i “surici” tra le specialità dei ristoranti locali. Questa specie di pesce non è molto comune lungo le coste italiane se non localmente, assai diffuso, infatti, limitatamente alla zona di Tropea. La sua peculiarità è caratterizzata da una carne bianca, molto delicata e gustosa, che si assapora al meglio se fritta. I “surici” necessitano di una pulizia accurata eliminando le squame e, prima di essere infarinati, vanno asciugati tamponandoli con carta da cucina, è importante cuocerli in abbondante olio bollente di oliva fino a completa doratura. Sono da mangiare ancora caldi, sarebbe un peccato eliminare la pelle che è gustosissima, ed è proprio per questo che si consiglia un’accurata squamatura. Il piatto si accompagna benissimo alla tipica insalata tropeana ottenuta unendo cipolle tagliuzzate ad anelli, pomodori, cetrioli affettati, olive verdi e nere, basilico, menta, peperoncino rosso, secco, bruciacchiato sul fuoco e tritato, olio evo, aceto e sale. Ovviamente la protagonista di questa ricetta è la Cipolla Rossa che deve essere l’originale di Tropea. Da sempre nel periodo estivo, lungo la costa tropeana, a 400 metri circa dalla riva si notano dei gozzi di fortuna stazionare per ore sotto il sole facendosi cullare dalle leggere correnti estive per pescare i “surici”.  A Tropea questa pesca è una vera mania, relativamente facile ed accessibile a tutti. Spinge i pescatori della domenica a competere con i pescatori di mestiere. L’indole agonistica del tropeano per la pesca del “surice” lo induce ad affermare, non senza uno spiccato campanilismo ittico, che: “i surici su pisci nostri”. Questa è una credenza antica, talmente radicata e diffusa che in vecchi trattati di storici locali si legge “pisciculos mures sola Tropea capit” (i piccoli pesci “topi” li ha solo Tropea).