Testimonianze del potere e del prestigio
delle antiche famiglie patrizie e dell’abile creatività delle maestranze locali che nei secoli hanno plasmato un sontuoso insieme monumentale: il centro storico di Tropea
“Solo i portali, numerosi e possenti, ostentano ancora intatta, nella squadrata robustezza delle loro bugne granitiche e nel complesso giro compositivo, l’opulenza di un’antica nobiltà e la vibrante dinamica di maestranze operose e sensibili.” Con questa descrizione in prosa poetica dello studioso Francesco Pugliese, per i tropeani “il Teologo”, vi abbiamo una precisa narrazione del nucleo monumentale del centro storico di Tropea e dei suoi famosi portali dei palazzi patrizi, delle chiese e dei conventi. Il portale rappresenta di per sé l’elemento architettonico che caratterizza un insieme di fattori, non solo artistici, ma anche e soprattutto rappresentativi del gusto delle ricche committenze della nobiltà tropeana, desiderose di esprimere il loro potere e prestigio, e in modo particolare, dell’abile creatività delle maestranze locali che nei secoli hanno saputo plasmare originali soluzioni stilistiche tra i vicoli suggestivi che si articolano fra i larghi e gli affacci panoramici protesi sul mare. La maggior parte dei portali risalgono al periodo barocco (XVII-XVIII secolo), altri sono stati rimaneggiati in seguito a diverse modifiche che subì il tessuto urbano fra il sisma del 1783 e la creazione dell’attuale Corso Vittorio Emanuele III verso la fine del XIX secolo.
Molti sono realizzati in granito e tufo locale, rari quelli in marmo e muratura, composti da un massiccio rivestimento e con una elegante disposizione decorativa tipica dello stile bugnato, spesso circondati da una cornice continua alternata a bugne a cuscino rettangolare scanalate ai lati e doppie bugne a diamante (Palazzo Collareto-Galli in Largo Galluppi, Palazzo Pelliccia-Cesareo in Via Boiano, Palazzo Pelliccia Bongiovanni in Via Pietro Vianeo, Palazzo Tocco in Largo Guglielmini, Palazzo Caputo in Largo Mercato). Altri sono realizzati con una semplice cornice a bugna rettangolare posizionata in modo lineare e continuo su tutta la superficie sia dell’arco che dei piedritti (Palazzo Sant’Anna in Largo Padre Di Netta, Palazzo Caputo in Largo Ruffa). Altri ancora sviluppano una varietà di stili e di influenze con la cornice caratterizzata da un bassorilievo continuo, sia sui piedritti che sull’arco, raffigurante forme geometriche e floreali (Palazzo Mottola Braccio e Pontoriero Barone Adesi in Via Aragona) altri con la cornice composta da due basi strette e lunghe a forma di plinti incorniciati su cui appoggiano due colonne altrettanto strette e proiettate verso il capitello in rilievo (Portale ingresso meridionale della Cattedrale) e sempre con le colonne ioniche in rilievo (Palazzo Zinnato in Via Boiano e Palazzo Mottola in Largo Migliarese).
Il più sontuoso e rappresentativo è portale di Palazzo Braghò in Via Boiano, realizzato in granito locale nel 1721. La cornice è ricca di elementi decorativi: piedritti con lesene da ambo i lati simmetricamente con ulteriori decori in bassorilievo con grandi foglie e conchiglie e con due piccoli felini in rilievo e due vasi fioriti. Le lesene continuano anche sull’arco superiormente, interrotte da cunei con inseriti rilievi di foglie e alla cui estremità superiore sono poste sei grandi conchiglie. L’elemento centrale in chiave d’arco presenta una ghirlanda con frutta, verdura e fiori. Sono tutti elementi simboleggianti la ricchezza data dal mare e dalla terra. Ai portali si uniscono gli stemmi nobiliari, sempre disposti sulla chiave d’arco. Diffuse sono le maschere apotropaiche contro il malocchio applicate in chiave d’arco.